Malattia di Alzheimer: nuove prospettive di cura

Malattia di Alzheimer: nuove prospettive di curaLa malattia di Alzheimer deve il suo nome allo scopritore, un medico che si chiamava Alois Alzheimer, che nel 1906 scoprì dei cambiamenti nel tessuto cerebrale di una donna deceduta per una strana malattia mentale. Tra i suoi sintomi c’erano perdite di memoria, problemi di linguaggio e imprevedibilità del comportamento. A seguito della morte il medico esaminò il suo cervello e scoprì molte macchie anomale (che ora vengono definite placche amiloidi) e grovigli di fibre (ora definiti ammassi neurofibrillari).

Dal 1906 ad oggi i ricercatori hanno elaborato diverse ipotesi sulle cause di tale malattia e differenti farmaci sono stata testati. Nel panorama attuale si sta facendo strada un farmaco che apre nuove prospettive di cura per la malattia di Alzheimer.

Malattia di Alzheimer: quali le possibili cause?

Ad oggi non si conoscono ancora con esattezza le cause della malattia di Alzheimer, ma sappiamo che i danni al cervello iniziano a comparire già 10 o 20 anni prima che i sintomi diventino evidenti nel comportamento. Secondo l’ipotesi più accreditata i neuroni sani iniziano a perdere efficienza, in seguito cominciano a non funzionare più e a non comunicare più tra di loro ed alla fine muoiono. A questa degenerazione corrisponde l’esordio dei sintomi più comuni della malattia, come la perdita della memoria e i problemi di linguaggio.

Malattia di Alzheimer: a che punto siamo nella ricerca scientifica?

Con il progredire della malattia di Alzheimer si ha una perdita progressiva dell’autonomia della persona nella vita quotidiana, con la necessità di un supporto costante. Assistere un malato di Alzheimer può avere enormi costi fisici, emotivi e finanziari. Le necessità di cura quotidiana, il cambiamento dei ruoli all’interno della famiglia e la difficoltà di decidere verso quale struttura indirizzare il malato possono essere difficili da affrontare.

Accanto a queste difficoltà assistenziali vi sono i limiti delle terapie che oggi abbiamo a disposizione, che agiscono unicamente sui sintomi e non sulle cause della patologia. I farmaci in commercio non modificano il decorso della malattia e possono dimostrarsi utili solo per un periodo che va da alcuni mesi ad alcuni anni.

La sfida della ricerca scientifica attuale è rivolta ad un nuovo farmaco che “ripulisce” il cervello dalla proteina beta-amiloide. Per alcuni ricercatori potrebbe essere una svolta. Con la sperimentazione in corso si vuole scoprire se l’anticorpo Aducanumab riduca anche i sintomi della malattia, se sia efficace anche a livello di memoria e in grado di contrastare la demenza.

Malattia di Alzheimer: nuove prospettive di cura

Malattia di Alzheimer: nuove prospettive di cura

Durante la serata il dottor Leonardo Sacco, neurologo esperto in malattie neurodegenerative, responsabile dell’Unità di Neuropsicologia dell’Ospedale Civico di Lugano e la dott.ssa Stefania Rossi, Neuropsicologa, presenteranno i più recenti risultati scientifici promettenti nella lotta contro la malattia di Alzheimer.

L’incontro è organizzato dal servizio di Neuropsicobiologia del Polo Saronnese di Psicologia, è gratuito e si terrà presso la sede di Via Carlo Porta,8 a Saronno.
L’ingresso è libero, è gradita la prenotazione al numero 800912111 o scrivendo alla mail polo@psicologosaronno.com

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