Ansia: come conoscerla e fronteggiarla

AnsiaIl 24 gennaio a Saronno si è tenuta la Serata “Conoscere e fronteggiare l’ansia”, organizzata da Centro Cognitivo, centro per il trattamento dei disturbi d’ansia e dell’umore, che fa parte del Polo Saronnese di Psicologia. È in una sala gremita, con i posti quasi completamente esauriti solo dalle prenotazioni, che il Professor Gabriele Catania inizia il suo seminario. Egli ha una conoscenza pluridecennale dell’argomento ansia: dirige da diversi anni un Servizio per i Disturbi d’Ansia all’Ospedale Luigi Sacco di Milano ed è anche professore alla facoltà di Psicologia all’Università Statale di Milano.

Ansia: cosa e quando preoccuparsi

La parte iniziale della serata è dedicata alla descrizione dell’ansia, con le sue caratteristiche, positive e negative: essa deriva dalla percezione di un pericolo, reale o immaginato che sia, e prepara e attiva il corpo a farvi fronte, metaforicamente “attaccando” o “scappando” dalla situazione ritenuta pericolosa. Essa è utile, anzi fondamentale per avere la necessaria attenzione e cura nel fare le attività importanti per noi e per guardarci dai rischi e dai pericoli del mondo. Allora quando diventa un problema, che può sfociare anche in un disturbo d’ansia? Quando è troppo elevata e dura troppo tempo rispetto agli stati di calma: in queste condizioni essa non solo non aiuta, ma anzi tende ad impedire ad una persona di svolgere alcune attività importanti per lei; ciò succede perché la persona stessa tende a sovrastimare di molto il pericolo percepito e pensa di non avere risorse per affrontarlo. In molti casi a questo problema se ne aggiunge un secondo: l’ansia, molto elevata, diventa essa stessa un pericolo, in quanto viene percepita come un pericolo di morte (si pensa di solito ad un infarto) o di perdere la propria mente (“perderò il controllo… impazzirò!”). Sì crea così un circolo vizioso: la persona non sa spiegarsi ciò che sta succedendo e quindi giustamente si spaventa. Avrà l’ansia di avere l’ansia… e quindi l’ansia arriverà davvero: d’ora in poi avrà paura della paura stessa!

Ansia: senso di colpa e vergogna

Il secondo argomento trattato dal Professor Catania è anche uno di quelli che gli stanno più a cuore: la discriminazione e l’autodiscriminazione che comporta il soffrire di un disturbo d’ansia. Queste persone vivono la loro condizione con un forte senso di colpa e di vergogna, come riflesso del giudizio da parte degli altri, spesso le persone a loro più vicine, che li considerano come dei pigri, o persone infantili, o persone che ci giocano, o ancor più spesso delle persone deboli e di scarso valore. A supporto di questa tesi porta una ricerca svolta da lui e dai suoi collaboratori, dove più della metà dei pazienti del suo servizio che hanno partecipato alla ricerca è stata giudicata negativamente per il suo disturbo e quasi il 90% dei partecipanti si giudicavano male per primi per la loro patologia. Ciò comporta che spesso le persone chiedono un aiuto dopo anni di inutile sofferenza e dopo una lunga serie di rinunce lavorative, affettive e sociali.

Ansia: quale il ruolo dei genitori

Nella terza parte della serata si entra nel vivo della discussione: viene descritta la persona vulnerabile all’ansia come una persona con il sensore del pericolo troppo sensibile, che scatta subito e troppo spesso. Questa vulnerabilità viene spiegata tramite gli insegnamenti e le modalità di cura ricevute dai genitori, le modalità di attaccamento: un genitore iperprotettivo o ipercontrollante non spinge un bambino a superare le sue normali paure infantili, anzi, lo rinforza nell’evitarle. Ciò può portare nel tempo la persona a percepirsi essa stessa come debole, non in grado di cavarsela da sola e bisognosa di qualcuno che l’aiuti. Si passa poi a descrivere i sintomi dell’attacco di panico, quelli fisici, i pensieri e le sensazioni che lo accompagnano ed infine i comportamenti che di solito vengono da attuare in quelle circostanze.

Ansia: il ruolo dell’empatia nel trattamento

Nella quarta ed ultima parte il Professor Catania parla dell’importanza dell’empatia nella cura dell’ansia; la comprensione profonda dell’esperienza di sofferenza della persona può essere recepita attraverso il racconto o l’espressione artistica. Egli racconta di come, per comunicare questo messaggio, per vincere la discriminazione e l’autodiscriminazione rispetto ai disturbi d’ansia, egli ha contribuito a creare l’Associazione “Amici della Mente” Onlus , di cui da vent’anni è il presidente. Questa associazione si occupa, tra le altre cose, proprio di progetti di sensibilizzazione e di “fare cultura” su questi temi, per vincere lo stigma. In quest’ottica di sensibilizzazione tramite il medium artistico egli ha scritto il libro “La terapia De Andrè. Come comprendere il disagio psicologico attraverso le parole del grande cantautore” (Gabriele Catania, Sperling & Kupfer, Milano, 2013), contenente testimonianze e riflessioni di pazienti ed ex pazienti sul tema del sentirsi incompresi e giudicati, ed ha anche scritto i testi del cd musicale “Faber in mente”, in cui famose canzoni del cantautore Fabrizio De André sono state riadattate per fornire uno scorcio dell’esperienza vissuta in prima persona da persone con un disagio psichico.

Per dare una prova concreta della potenza dell’empatia come modalità di comunicazione e di comprensione del disagio, rispetto alla fredda descrizione teorica, il Professor Catania presenta degli scorci di testimonianza tratti dal libro, un brano del cd ed una testimonianza diretta di una sua ex paziente che ha voluto accompagnarlo in questa serata per poter condividere con tutti la sua esperienza. Questo momento è stato vissuto in maniera emotivamente intensa e come pieno di significato, in quanto, pur essendo passata ormai un’ora e mezza dall’inizio del seminario, l’attenzione del pubblico era ancora altissima.

Questo primo seminario del ciclo “I martedì del Polo. Incontri con la psicologia” è stato un successo, non solo per il contenuto qualitativo dell’intervento, molto apprezzato e fonte di riflessioni anche per gli addetti ai lavori presenti, ma soprattutto per l’affluenza e la risposta del pubblico: la sala era stracolma e, cosa ancor più importante, ci siamo trovati di fronte un pubblico interessato, attento e curioso, che ci ha offerto interventi sempre molto interessanti e mai banali. Da ciò si evince che in Saronno si sentiva il bisogno di serate di questo tipo, in cui discutere ed informarsi di argomenti psicologici direttamente interagendo con dei grandi professionisti. Noi del Polo Saronnese di Psicologia siamo fieri ed onorati di aver organizzato questo ciclo di serate! Vi aspettiamo tutti alla prossima, martedì 31 gennaio alle 21:00, dove il Dottor Fabio Furlani ci parlerà degli effetti del trauma e degli eventi stressanti.

Dott. Cesare Basilico

Psicologo Psicoterapeuta Cognitivo-Comportamentale

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